Mi fermo e li contemplo per ore e ore.
Non s'affannano mai, non gemono per la loro condizione,
Non vegliano al buio a piangere i loro peccati,
Non mi danno disgusto discutendo sui loro doveri verso Dio,
Nessuno è insoddisfatto, nessuno impazzisce per smania di possedere,
Nessuno si inginocchia davanti a un suo simile, né ad altri
della sua specie che siano vissuti migliaia d'anni fa,
Nessuno è rispettabile o infelice per la terra universa.
Essi mi rivelano i loro rapporti con me e io li accetto,
Mi recano testimonianze di me, e dimostrano chiaramente
che le hanno in loro possesso.
Mi chiedo dove mai abbiano raccolto queste testimonianze,
Forse anch'io sono passato da quelle parti, tempi infiniti or sono,
e con negligenza le ho lasciate cadere?
... [...] ...
(W. Whitman, "Foglie d'erba (Il canto di me stesso)", Giulio Einaudi Editore, Torino)
Nessuno è insoddisfatto, nessuno impazzisce per smania di possedere,
Nessuno si inginocchia davanti a un suo simile, né ad altri
della sua specie che siano vissuti migliaia d'anni fa,
Nessuno è rispettabile o infelice per la terra universa.
Essi mi rivelano i loro rapporti con me e io li accetto,
Mi recano testimonianze di me, e dimostrano chiaramente
che le hanno in loro possesso.
Mi chiedo dove mai abbiano raccolto queste testimonianze,
Forse anch'io sono passato da quelle parti, tempi infiniti or sono,
e con negligenza le ho lasciate cadere?
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(W. Whitman, "Foglie d'erba (Il canto di me stesso)", Giulio Einaudi Editore, Torino)